ORIGINI E STORIA
Il Golfo di Porto Azzurro è da sempre un importante scalo marittimo, i numerosi reperti archeologici affiorati dalle sue acque sono i testimoni di tracce d’epoca etrusca e romana. Durante il medioevo le notizie su “Portus Longe” (dalla forma estesa dell’insenatura) sono poche. Sappiamo che per tutto il Cinquecento le acque di Porto Longone vennero frequentate da navi di corsari che vi giungevano per trovar riparo e per fare razzie. Agli inizi del 1600, la Cattolicissima Spagna, individuò nella una rada davanti all’odierno porto, un perfetto punto di sosta al riparo da venti e tempeste. Il destino del paese cambiò da quel momento e l’eredita della dominazione spagnola che ne seguì, si trova ancora oggi nei nomi delle vie, nei cognomi degli abitanti, nell’architettura.
Nel maggio del 1604 per ordine del re Filippo III di Spagna si cominciò a costruire una piazzaforte (Forte San Giacomo) a forma di pentagono irregolare, per garantire difesa e protezione. Intorno al XVIII secolo, il borgo nascente ebbe un notevole aumento demografico con l’insediamento di alcuni nuclei formati da pescatori napoletani e genovesi.
Dal 1606 esisteva già l’altro simbolo della dominazione spagnola all’Elba: il Santuario di Monserrato. A ordinarne la realizzazione fu il primo governatore di Longone, Joseph Ponce Y Lèon, stregato dal fascino dalla vallata che gli ricordava quella dell’omonimo monastero di Monserrat, in Catalogna (Spagna). Numerosi frati ed eremiti vi hanno risieduto fino alla prima metà del XIX secolo mentre ancora oggi, ogni 8 settembre, viene organizzata una processione al Santuario e una rievocazione storica in costume.
La Spagna lasciò definitivamente la piazzaforte di Longone nel 1735 e nel 1802 lo Stato francese ottenne la sovranità su tutta l’Elba.
Nel 1814 isola venne assegnata a Napoleone che la governerà per circa un anno come un vero e proprio regno ed è testimoniato che all’interno della Fortezza Spagnola poteva contare di un appartamento per i suoi ‘soggiorni longonesi’.
Dal 1947 il paese ha cambiato il suo nome nell’odierno Porto Azzurro, che ne ricorda il colore delle sue acque da cui ogni visitatore rimane affascinato.
PIAZZA MATTEOTTI
Piazza Matteotti è il cuore pulsante di Porto Azzurro, si affaccia direttamente sul mare e sulla marina, ed è dove si concentrano le attività cittadine. L’assetto pavimentale attuale della piazza è stato disegnato in omaggio alle origini del paese: riproduce infatti una rete da pesca, che a partire da un nodo centrale si dipana lungo tutto il perimetro nelle sue maglie. Le sedute ai lati, le piante e le colorate fioriture, la presenza di bar, ristorantini e negozi, catturano i passanti e li invitano a fermarsi e a godere momenti di spensierata socialità. Qui vengono organizzati numerosi appuntamenti, in estate e non solo, dai concerti alle manifestazioni sportive. E’ conosciuta come ‘il salotto dell’Isola d’Elba’, dal quale godersi un meraviglioso spettacolo.
LAGHETTO DI TERRANERA
Testimonia la storia mineraria del territorio e dell’isola. E’ un laghetto formatosi nell’area di scavo della vecchia miniera di estrazione del ferro grazie alla confluenza di acque piovane e marine; la presenza dei minerali, principalmente ematite e pirite, conferisce un colore verde smeraldo molto caratteristico, che contrasta con l’azzurro del mare e con il paesaggio collinare che lo incornicia. E’ una méta ideale per chi desidera prendere il sole in piena tranquillità ma anche per escursionisti a piedi o sulle due ruote che possono raggiungerlo attraverso la rete dei sentieri del territorio. Il panorama che si ammira arrivandovi, è davvero sorprendente.
PASSEGGIATA CARMIGNANI
Intitolata alla memoria di Luciano Carmignani, cittadino benemerito e sindaco di Porto Azzurro dal 1999 al 2001, la passeggiata prende il via dalla scalinata posta termine del lungomare e si sviluppa lungo il lato sud-est di Forte San Giacomo, conduce alla spiaggia di Barbarossa costeggiando il mare, con un tracciato di semplice percorrenza adatto a tutti, di circa 2 km. Lungo il sentiero, da fare a piedi o bicicletta, si può godere della visione unica delle mura di Forte San Giacomo, che appaiono in tutta la loro maestosità; a metà percorso si trovano la ‘rosa dei venti’ e una panchina belvedere da dove lo sguardo può spaziare fino al limitare dell’orrizonte.
PINO DI MONSERRATO
Chiunque si rechi in visita al santuario non può non sostare sotto la sua chioma e rimanere colpito dalla sua maestosità, in fondo è tra i più antichi testimoni della storia del paese.
È un esemplare di pino domestico (Pinus pinea), situato nella valle di Monserrato, ai piedi dell’omonimo santuario, di circa 400 anni e, proprio per la sua longevità, è stato inserito nel 1982 dal Corpo Forestale dello Stato nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. È alto ben 22 metri e ha una circonferenza di fusto di circa 500 cm.
Il Pino di Monserrato è un punto di riferimento ben radicato nella vita religiosa e della comunità di Porto Azzurro. Dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso è divenuto il luogo di partenza della processione religiosa in onore della Madonna di Monserrato che si svolge ogni 8 settembre. Nel 2010 i bambini delle scuole elementari, in segno di affezione per questo antico e silenzioso avo, gli hanno tributato la targa di ‘Nonno Pino’.
SANTUARIO DI MONSERRATO
La lunga storia del Santuario di Monserrato inizia casualmente nel 1606, quando il primo governatore del nascente Presidio Spagnolo di Longone, don Joseph Ponce Y Leon, riconobbe nelle aspre rocce della vallata, le stesse che a Monserrat in Catalogna, cingevano il famoso monastero al quale si sentiva particolarmente legato. La cappella barocco-iberica con la sua alta cupola divenne la custode del dipinto della “Morenita” spagnola (la Madonna Nera di cui vi si celebra il culto) le cui “grazie” erano testimoniate da numerosi ex voto conservati nella sagrestia della chiesetta. Per tutto il Settecento, il Santuario e l’annesso romitorio furono tappa indeclinabile di pellegrinaggio.
Ai giorni nostri, l’8 settembre la cittadinanza si reca qui in processione, partendo dal secolare Pino di Monserrato. Nel corso del tempo i suoi tesori, tra cui ricchi ex voto, sono stati trafugati: all’interno però si conserva ancora una copia della raffigurazione della Madonna di Montserrat.
Il luogo dove si erge il santuario è magico, pieno di suggestione ed emozione.
FORTE SAN GIACOMO
E’ una imponente struttura militare costruita a partire dal 1605 per volontà di Filippo III di Spagna la cui posizione elevata, all’imboccatura del Golfo, era funzionale all’avvistamento delle navi nemiche e alla difesa e costituiva per gli Spagnoli un presidio chiave per il controllo dei loro domini nel Tirreno. La piazzaforte ha una pianta pentagonale irregolare, con 5 baluardi collegati da cortine, ospitava l’alloggio del governatore e dei suoi ufficiali, e le caserme dei soldati.
Nel 1814 un edificio al suo interno venne adattato ad alloggio per ospitare Napoleone, durante il suo esilio all’Elba. Dopo la sua caduta, Porto Azzurro non restò a lungo francese e passò sotto il controllo del Granducato di Toscana. A fine ‘800, perso il suo ruolo di controllo e di difesa, il Forte viene adattato a struttura penitenziaria. All’interno si trova anche la chiesa in stile barocco dedicata a San Giacomo, recentemente restaurata. E’ una testimonianza del passato spagnolo del paese, un tratto distintivo ancora vivo di Porto Azzurro.
IL MONTE DELLA CROCE
La croce che svetta sul Monte Mar di Capanna (mt 290) è a pieno titolo considerata l’emblema del paese di Porto Azzurro ed è anche il segno di quanto vi siano affezionati gli stessi abitanti. A dimostrazione di ciò, la caparbietà con cui sono intervenuti per ripristinarla dopo che un fortunale e un conseguente forte vento l’avevano danneggiata nel 2009 e successivamente nel 2018, quando fu ricollocata grazie all’impiego di un elicottero.
In origine fu realizzata con le longherine di ferro che furono donate dall’Italsider, quando era in pieno svolgimento l’attività estrattiva delle miniere; la croce attuale è invece di un materiale pi idoneo e di più lunga conservazione.
E’ uno dei luoghi preferiti da chi pratica trekking, ma anche da saltuari camminatori o escursionisti. Si può raggiungere dal sentiero che parte nei pressi del Pino di Monserrato, attraversando una pineta fino ad arrivare in cima o imboccando un itinerario più difficoltoso (sentiero 225) dopo gli impianti sportivi, che termina con un tratto di ferrata sulle rocce.
Il panorama mozzafiato permette una visuale a 360°, sulle bellezze di Porto Azzurro e dell’Isola d’Elba.